Il SACRIFICIO:
Ottantadue anni fa nasceva a Pau Grande, in Brasile, Manoel Francisco dos Santos, noto come “Garrincha", considerato il più grande calciatore nazionale dopo Pelè.
Nato con gravi malformazioni fisiche congenite, tra cui una gamba più corta di sei centimentri, Garrincha riuscì a beffeggiare il destino ed i medici che gli sconsigliarono di continuare a giocare, diventando uno dei più grandi calciatori della storia. Partecipa a tre Mondiali, ne vince due.
Già campione del Mondo in Svezia 1958, in Cile 1962 diventa il leader della Seleção, e oltre ad essere capocannoniere viene incoronato miglior giocatore del torneo.
Imprevedibile, esplosivo, con i suoi dribbling e il suo fiuto per il gol, Garrincha contribuisce alla vittoria dei primi due dei cinque tornei che vedranno il Brasile Campione del mondo.
Garrincha non è il primo giocatore con difetti fisici importanti a partecipare ai Mondiali.
Hector Castro (Montevideo 29 novembre 1904 – 15 settembre 1960) , a soli tredici anni perde una mano sul lavoro, ma non il sogno di giocare ad alti livelli. Con Garrincha ha in comune una perseveranza sovrumana nel perseguire il sogno di diventare un calciatore professionista.
Segna il primo gol della storia della Nazionale Urugugia ai Mondiali di Uruguay 1930, nonché l’ultimo gol, di testa, nella finale contro l’Argentina, confezionando la vittoria che decreterà la fantastica Celeste la prima laureata Campione del mondo. Da allora Castro è entrato nella storia come “El Divino Manco”.
Il SACRIFICIO è uno dei dieci valori che ha guidato la vita e la carriera di Alessandro Del Piero, ed anche uno dei dieci capitoli del suo libro autobiografico “Giochiamo ancora”, uscito nel 2012.